L’apparizione by Gustave Moreau - 1875 - 106 x 72,2 cm Musée d'Orsay L’apparizione by Gustave Moreau - 1875 - 106 x 72,2 cm Musée d'Orsay

L’apparizione

Acquarello • 106 x 72,2 cm
  • Gustave Moreau - 6 aprile 1826 - 18 aprile 1898 Gustave Moreau 1875

Lo scorso "Pensieri sull’arte del mercoledì" ci ha sorpresi con questo punto di vista: l’arte può autodefinirsi ed essere indipendente senza il bisogno di essere definita da fattori esterni all’opera come l’utilità, la morale, il messaggio… questo libererà l’arte da qualsiasi cosa abbia dato origine, agli inizi del XIX secolo, all’espressione “l'art pour l’art” (L’arte per l’arte). Questa proclamazione è associata inizialmente a Théophile Gautier, nonostante l’idea principale sia stata elaborata dai tardo romantici come Poe e, in seguito, Baudelaire (traduttore e grande ammiratore di questo scrittore romantico), e abbia diffuso questo ideale di indipendenza e sufficienza nei circoli bohémien d’Europa, contribuendo pienamente al motto dallo spirito libero. Di conseguenza, la crisi morale è emersa con la rivoluzione industriale e la vita urbana moderna ha trovato la neutralità morale e la mancanza di pregiudizi per approcciare qualunque tema nella più vasta gamma di stili: ora l’arte può ricercare le proprie giustificazioni e punzecchiare una cultura sovversiva. Questo paradigma letterario, mutato rapidamente, influenzerà la pittura e James McNeill Whistler (il pittore di mercoledì scorso) non ci metterà molto ad affermare che “l’arte dovrebbe essere indipendente da tutti gli sproloqui, dovrebbe stare in piedi da sola” e anche a difendere il fatto che l’arte “dovrebbe fare appello al senso artistico dell’occhio o dell’orecchio, senza confondere questo con emozioni interamente estranee ad essa, come devozione, compassione, amore, patriottismo e simili”. Anche Oscar Wilde, inizialmente amico e successivamente rivale di Whistler, generalmente visto come l’apoteosi di tale movimento estetico e decadente, dichiara che “l’arte non esprime altro se non se stessa”. Questa prospettiva isola l’arte in un mondo a sé stante. Wilde la mette in questo modo: “Non esiste niente come un libro morale o immorale. I libri sono ben scritti o mal scritti. Questo è tutto”. Se guardiamo al termine “libri” in questa frase in modo ampio, come a comprendere tutta l’arte, voi concordereste con l’affermazione? Artur Deus Dionisio