Isola sull'Attersee

Dei suoi tre soggetti tipici - ritratti, allegorie e paesaggi - Klimt arrivò tardivamente ai paesaggi. Due aspetti della sua carriera, apparentemente antitetici, sono alla base di questa scelta. Da un lato, alla fine degli anni Novanta dell'Ottocento, Klimt aveva finalmente il tempo e i soldi per permettersi una vacanza - in senso letterale e artistico - dall'intenso lavoro di ritrattistica che aveva rappresentato la sua principale entrata economica fino a quel momento. Dall'altro lato, la crescente controversa natura del suo lavoro rendeva queste pause una necessità dello spirito. Partita inizialmente come una forma di svago privato, la pittura di paesaggio diventò alla fine un'importante fonte di sostentamento, visto anche il declino che le sue controverse allegorie stavano attraversando. Si è detto che Klimt fosse affascinato dall'acqua e che potesse passare ore a fissare il lago, guardando i cambi di luce e colore. L'Isola sull'Attersee (l'isola Litzlberg di fronte alla taverna con lo stesso nome nella quale soggiornò tra il 1900 e il 1907) è certamente esplicativa di questa attenzione. Nonostante aspetti del dipinto possano essere definiti impressionisti o puntinisti, Klimt qui non cerca di rendere gli effetti naturali della luce quanto di creare una concordanza di toni nella quale tocchi di colori differenti si sintonizzano su un'unica nota cromatica, vibrando insieme in una trascendente armonia. L'alta linea di orizzonte di Klimt è una caratteristica sia dell'Impressionismo, sia dell'Art Nouveau. In questo caso, l'orizzonte sembra spostare l'intera composizione al di fuori del quadro; più del 90% del dipinto è una superficie pura, un delicato campo di pennellate che quasi perdono il contatto con l'oggettività del soggetto per diventare pura astrazione. Il capolavoro è oggi esposto nella più antica galleria del Nord America, la NYC St. Etienne Galerie che è specializzata in opere dell'Espressionismo austriaco e tedesco.