Venus Verticordia, che tradotto è Venere, piegatrice di cuori, deriva dalla letteratura latina, dove designa il ruolo di Venere, dea dell'amore e della bellezza, che volge i cuori delle donne alla virtù. Dante Gabriel Rossetti lo interpretò nel modo opposto, e cioè il ruolo di allontanare i cuori degli uomini dalla fedeltà. Le rose, il caprifoglio, la mela e la figura nuda, tutto contribuisce a sottolineare il tema dell'amore e della sessualità. Si tratta, inoltre, di uno degli unici nudi nel lavoro dell'artista. L'interpretazione di Rossetti è evidente nel suo sonetto per il dipinto:
Ha la mela nella sua mano per te,
Quasi nel suo cuore la tratterrebbe;
Riflette, con gli occhi sul percorso,
Di ciò che possono vedere nel tuo spirito.
Forse, "Guarda, è in pace!" dice;
“Ahimè, la mela per le sue labbra, - la freccia
Che segue la propria breve dolcezza fino al suo cuore, -
Il perpetuo errare dei suoi piedi!”
Un breve tempo e il suo sguardo è freddo e schivo;
Ma se darà il frutto che fa funzionare il suo incantesimo,
Quegli occhi bruceranno per il ragazzo frigio.
Poi la gola tesa del suo uccello predirà il dolore,
E i suoi lontani mari gemono come un'unica conchiglia,
E attraverso la sua scura selva la luce di Troia colpisce.