Giove e Io by Antonio Allegri (Correggio) - c. 1532–1533 - 163.5 cm × 70.5 cm  Kunsthistorisches Museum Giove e Io by Antonio Allegri (Correggio) - c. 1532–1533 - 163.5 cm × 70.5 cm  Kunsthistorisches Museum

Giove e Io

Olio su tela • 163.5 cm × 70.5 cm
  • Antonio Allegri (Correggio) - Agosto 1489 ca. - 5 marzo 1534 Antonio Allegri (Correggio) c. 1532–1533

Questa scena d'amore tra Giove e Io è ispirata al classico di Ovidio, Le Metamorfosi. Io, figlia di Inaco, il primo re di Argo, è sedotta da Giove (Zeus in greco), che si nasconde dietro le dune per evitare la gelosa Giunone (Era in greco). Giove era attratto da altre donne e prendeva le più diverse sembianze per mascherare le sue scappatelle: per esempio assumendo la forma di un cigno in un caso o di un'aquila nell'altro. In questo dipinto, il dio non si trasforma in qualcosa di diverso bensì si avvolge in una nuvola, scura benchè sia pieno giorno. Sta abbracciando la ninfa, il suo viso appena visibile sopra di lei. Io sta tirando la vaga, fumosa mano di Giove verso di lei in un gesto di sensualità a malapena contenuta. A un certo punto, il duca di Mantova, Federico Gonzaga, volle piazzare questo dipinto e un alcuni pezzi analoghi in una stanza dedicata ai tanti amori di Giove.