Cupido che fabbrica  di sua mano un arco by Girolamo Francesco Maria Mazzola - 1533-35 - 135 cm × 65.3 cm Kunsthistorisches Museum Cupido che fabbrica  di sua mano un arco by Girolamo Francesco Maria Mazzola - 1533-35 - 135 cm × 65.3 cm Kunsthistorisches Museum

Cupido che fabbrica di sua mano un arco

olio su tela • 135 cm × 65.3 cm
  • Girolamo Francesco Maria Mazzola - 11 gennaio 1503 - 24 agosto 1540 Girolamo Francesco Maria Mazzola 1533-35

L'ispirazione per questo dipinto si può rintracciare in una scultura che il Parmigianino (Francesco Mazzola), pittore manierista italiano, potrebbe aver visto nel 1530 nella collezione Grimani a Venezia. L'opera raffigura Eros (noto anche come Amore o Cupido), ritratto in posa scultorea. Il tema del dipinto probabilmente muove dalle idee della tarda antichità secondo cui Eros (l'amore), Himeros (il desiderio sessuale) e Pothos (la nostalgia) costituiscono la triade dell'amore. Durante il Rinascimento tali ruoli furono ridefiniti come rappresentazioni dell'amore celeste e terreno. Il Parmigianino riflette sulla difficoltà di scegliere tra tali due forme amorose.

L'opera compare nell'inventario di Francesco Baiardo di Parma, il quale fu amico e mecenate di Parmigianino. Giorgio Vasari, biografo degli artisti di tardo Rinascimento, informa che Baiardo commissionò Cupido che fabbrica di sua mano un arco.  Il dipinto fu eredidato da Marcantonio Cavalca e successivamente giunse ad Antonio Pérez, segretario di stato di Filippo II di Spagna, che lo portò con sé in Spagna. Nel 1579 Pérez cadde in disgrazia e fu costretto a vendere l'opera ad un ambasciatore dell'imperatore del Sacro Romano Impero Rodolfo II. La vendita, comunque, fu impedita dalla corona spagnola, cosicché venne acquistata e giunse a Praga nel 1603, assieme alle opere di Correggio Giove e Io e Il ratto di Ganimede. Fu trasferita alla Schatzkammer di Vienna nel 1631.