Lautrec nelle vesti di Pierrot

Sono affascinato dalla fotografia, e in particolar modo dalle foto molto vecchie, quelle che rappresentano la vita di un tempo arrivando a catturare quei momenti fugaci sulle espressioni e le pose della gente che era qui prima di noi. C’è qualcosa di molto malinconico, come se la fotografia facesse riaffiorare davanti a noi un fantasma che non incontreremo mai. Sento anche una grande connessione con le fotografie stesse, e con coloro che le hanno vissute, una connessione che altri supporti non riescono a dare in modo così diretto e personale. Questo ovviamente è solo il mio punto di vista e non mi aspetto che lo condividiate necessariamente!

Ho potuto sentire ancora di più queste vibrazioni mentre mi trovavo al Museo Toulouse- Lautrec ad Albi, Francia, la scorsa estate. Henri Toulouse-Lautrec (1864-1901) era anche molto affascinato dalla fotografia per la sua qualità di rappresentare nel modo più fedele possibile il mondo reale e non un’impressione di esso. Benché artista, non era attratto dal lato romantico dell’arte, e come afferma lui stesso: "Non voglio rendere le cose belle, voglio renderle reali". La sua interpretazione della vita voleva essere reale tanto quanto la sofferenza provata a causa dei suoi invalidanti problemi di salute. E la sua arte, in ogni forma, dai dipinti alle litografie, dalle illustrazioni alle fotografie, sembra sempre essere un tentativo nel dimostrare le verità della vita.

La fotografia qui a fianco é un autoritratto dell’artista nelle vesti di Pierrot il Clown. Che cosa ci vuole raccontare su di lui? Il supporto fotografico mette subito a nudo l’uomo ritratto ma crea anche allo stesso tempo una barriera interna data dalla sua falsa identità. C’è una deliberata menzogna che porta l’osservatore a porsi delle domande su cosa è reale e cosa non lo è: potremmo persino interpretare le sue stesse parole : “Non sono un clown, eppure è cosi che devo vivere la mia vita”. L’inganno crea un travolgente senso di trasporto verso la verità che si cela dietro l’artista, o verso ciò che è “reale”, senza mai tuttavia staccarsi dall’idea stessa. In questo lavoro l’artista ebbe chiaramente l’ultima parola. 

Henri Toulouse-Lautrec morì all’età di soli 36 anni a causa di sifilide e alcolismo. 

Questa presentazione è scritta dalla nostra nuova collaboratrice, Sarah, spero vi sia piaciuto!

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