Richard Gerstl
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L'autoritratto di Gerstl su sfondo blu del 1902-1904 è probabilmente una delle opere più insolite della pittura austriaca di inizio '900: Gerstl non si presenta come un artista nel suo studio, come è d'uso nei tradizionali autoritratti dei pittori. Invece, si erge come una figura quasi messianica, con l'esile torso scoperto e un panno bianco a cingergli i fianchi. Il suo corpo sembra illuminare lo spazio circostante, immerso in uno splendido blu; irradia luce, e diventa una figura auratica che sembra possedere un'aureola. L'arte come sostituto della religione è un fenomeno tipico del Modernismo, dove l'artista viene visto come il creatore di un mondo indipendente.
Il trattamento coloristico astratto dello sfondo e il panno bianco a malapena accennato contrastano con l'esecuzione realistica del viso. Il pittore rivolge rigidamente lo sguardo dritto all'osservatore, ma allo stesso tempo questo sguardo sembra perdersi esotericamente nella distanza.
L'amore appassionato e senza lieto fine di Gerstl per la già sposata Mathilde Schönberg doveva ancora avvenire all'epoca di realizzazione di questo autoritratto. Ma l'artista era già sulla strada del Modernismo, alla appassionata ricerca della verità, in conflitto con la sua sessualità, e alla fine si perdette. La nuda e liberata verità può rivelarsi fatale. Richard Gerstl ha accettato questo rischio.
Presentiamo il dipinto di oggi grazie al Leopold Museum di Vienna, dove fino al 20 gennaio 2020 potete visitare la mostra del primo espressionista austriaco, Richard Gerstl.