Questo pannello piatto in avorio è una delle due parti di un dittico del VI secolo. I dittici consolari furono oggetti preziosi, commissionati dai consoli come gesto di ringraziamento verso coloro che avevano supportato la propria campagna politica.
Il console in questione, Areobindo, è il personaggio più grande, indossa delle vesti cerimoniali chiamate trabea picta. Presidia un gioco di gladiatori con animali selvatici. Nelle mani regge lo scettro consolare e la mappa, un pezzo di stoffa che dovrà far cadere per dare inizio al gioco. L'artista ha introdotto la prospettiva scolpendo il palco dei giochi al di sotto del console.
I volti dei personaggi hanno tratti piuttosto generici, in quanto i dittici venivano realizzati prima delle elezioni. Solo i capelli sono differenti. Le identità e i ruoli dei personaggi determinano le loro dimensioni e il posizionamento nel dittico.
In cima al pannello, la cartouche celebra il console e indica l'anno 506 d.C.
Quest'opera arriva dall'antica Costantinopoli (l'odierna Istanbul, in Turchia). Il verso era coperto di cera cosicché potesse essere utilizzato come tavoletta per la scrittura.
- Coraline Méric
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