Donna con un rastrello

È nato 137 anni fa Kazimir Malevich, uno dei miei artisti preferiti. È stato pioniere dell’arte geometrica astratta e ideatore del movimento avanguardista del Suprematismo. Il suo Quadrato nero è un dipinto emblematico, spesso invocato da critici, storici, direttori e artisti come il “punto zero della pittura”, con riferimento al valore storico del dipinto e all’interpretazione di Malevich stesso. Donna con un rastrello appartiene al cosiddetto “secondo ciclo contadino" di Malevich. La perdita delle sue opere contadine precedenti, lasciate all’estero dopo le esposizioni a Varsavia e Berlino nel 1927, è stato il motivo ufficiale dell’artista per ripetere il ciclo. Tuttavia, alla serie sono state aggiunte alcune nuove opere dopo il suo periodo suprematista. Quei nuovi lavori hanno risolto diversi problemi artistici. La figura femminile è composta da elementi geometrici colorati, in contrasto con un paesaggio generico e schematico. La composizione è stata il risultato della ricerca dell’artista di un’immagine universale del mondo. Allo stesso tempo, l’accenno al mondo figurato (materiale), insieme al ritorno al tema tradizionale contadino dell’arte russa, segnala l’impossibilità da parte dell’artista di perdere il senso dell’unicità della vita quotidiana ordinaria. Da un lato, immagini di questo tipo mostrano la paura di “una tragedia legata alla perdita della personalità", dall’altro, conservano l’universalità peculiare di qualsiasi forma d’arte genuina. Gli anni ’30 sono stati anni bui per Malevich. Viene arrestato nel 1930 e incarcerato per due mesi con l’accusa di spionaggio. Poco dopo, scopre di avere un cancro e muore nel 1935, all’età di 56 anni.