L'ultima goccia (Il cavaliere felice)

Il costume indossato sopra vestiti dal personaggio in piedi, ci suggerisce che la scena ha luogo durante il martedì grasso, alla vigilia della Quaresima, dove di solito si andava a bere e a festeggiare in vista del digiuno e dell’astinenza. Questo quadro riflette sulle conseguenze di tali eccessivi. Nel loro stato di ebbrezza il cavaliere felice e il suo compagno sono ignari della presenza minacciosa dello scheletro, che tiene una clessidra in una mano ossuta e un teschio nell’altra.

 

La scena ci mostra una tipica vanitas, con un boccale rivolto verso il basso e una pipa da fumo, simboli di una festa ormai finita. Lo scheletro tiene una clessidra per enfatizzare il concetto dell’inesorabilità del trascorrere del tempo, tanto per la festa che sta finendo, quanto per le vite stesse dei presenti. Il Trio Felice serve a mostrare come la vera felicità si possa trovare nella moderazione.  

 

P.S. Vi piacciano gli scheletri nell'arte? Allora vi interesserà la danza macabra (Danse Macabre)