Giovane donna con peonie by Frédéric Bazille - 1870 - 60 x 75 cm Giovane donna con peonie by Frédéric Bazille - 1870 - 60 x 75 cm

Giovane donna con peonie

Olio su tela • 60 x 75 cm
  • Frédéric Bazille - 6 dicembre 1841 - 28 novembre 1870 Frédéric Bazille 1870

Nel 1862 Bazille arrivò a Parigi per studiare sia medicina, dietro insistenza dei suoi genitori, che arte, materia di sua preferenza. Si unì allo studio di insegnamento accademico di Charles Gleyre dove conobbe di Monet, Renoir e Sisley. Attratti dalle tendenze moderniste dell'arte avanguardistica, i quattro abbandonarono lo studio in favore dell'osservazione diretta della natura, intraprendendo il percorso che li avrebbe portati successivamente ad inventare gradualmente l'impressionismo. La carriera di Bazille fu interrotta bruscamente quando rimase ucciso nel 1870 durante la guerra franco-prussiana. Nessuno sa come sarebbe cambiata la storia dell'arte se fosse sopravvissuto.

All'inizio dell'estate del 1870, prima dello scoppio della guerra, Bazille realizzò due dipinti simili che raffiguravano una donna nera circondata da una lussureggiante varietà di fiori. Evitando qualsiasi specificità aneddotica, la donna nel dipinto della National Gallery viene raffigurata come una fioraia che porge un mazzo di peonie scelte dal suo cesto pieno di fiori di stagione. Le peonie che offre la fioraia erano fiori coltivati da Manet, che furono anche il soggetto di una serie di nature morte che egli realizzò tra il 1864 ed il 1865. Vengono dipinte qui in uno stile che ricorda molto quello di Manet. Questo dipinto può considerarsi in effetti una allegoria di Bazille che porge un suo modesto tributo al leader dell'avanguardia. La composizione del quadro accenna anche all'opera più famosa e celebrata di Manet, Olympia, nella quale una servitrice nera porge un omaggio floreale ad una prostituta nuda.

P.S. La rappresentazione delle persone di colore sta attualmente subendo una revisione. Ciò è parte di una più ampia tendenza nella storia dell'arte che mira alla riscoperta di aree dimenticate. Qui potete leggere della decolonizzazione effettuata dalla Rembrandthuis, con la mostra Black in Rembrandt’s time.