Il vizio supremo by Félicien Rops - 1884 - - Il vizio supremo by Félicien Rops - 1884 - -

Il vizio supremo

fotoincisione • -
  • Félicien Rops - 7 luglio 1833 - 23 agosto 1898 Félicien Rops 1884

Per le prossime tre settimane, ogni domenica, vi presenteremo delle incisioni della fine del diciannovesimo e inizio del ventesimo secolo provenienti dalla collezione del Museo Nazionale di Cracovia (Polonia). L'incisione di oggi è un po' macabra, ma è una protesta contro l'ipocrita moralismo borghese. Quest'opera, dell'artista belga del XIX secolo Félicien Rops, costituiva il frontespizio del romanzo di Joséphin Peladan, La Vice suprême (1884).  

L'illustrazione era situata sulla pagina che precedeva quella recante il titolo del libro. Il romanzo trattava le questioni sataniche e mistiche che erano molto in voga nel XIX secolo, in questo caso la possibile salvezza dell'uomo ottenuta tramite pratiche occulte derivate da credenze dell'antico Oriente. In maniera grottesca, la stampa di Rops raffiguira una scena macabra: uno scheletro in smoking, che tiene la sua testa sotto il braccio, apre il coperchio di una bara che contiene i resti, posti in piedi, di un corpo che indossa un decorato abito da donna. Nella mano destra, la donna scheletro tiene l'orlo del suo vestito, mentre con la sinistra tiene un ventaglio in maniera civettuola. La scollatura del suo vestito è così bassa che rivela due seni finti attaccati direttamente alle costole. La coppia si trova sopra un piedistallo di pietra decorato con un bassorilievo che raffigura la lupa capitolina ridotta quasi a uno scheletro, mentre allatta due altrettanto scheletrici Romolo e Remo.

Trattare temi inerenti la morte divenne molto popolare nel XIX secolo. Per i simbolisti come Félicien Rops la morte rappresentava il passaggio che conduceva da una insopportabile vita terrena quotidiana ad un regno migliore, più alto, più spirituale. I simbolisti spesso combinavano la morte con l'erotismo. Entrambi i fenomeni erano utilizzati per distruggere l'ordine borghese, che disprezzavano, e anche per rifuggire il mondo della classe media. Nei suoi lavori di fine Ottocento, Rops protestava con particolare cinismo contro l'ipocrita moralismo borghese, in questo caso collegando una donna e la morte allo spettro della sifilide, che mieteva parecchie vittime.