Giuditta e Oloferne by Michelangelo Merisi - 1598-1599 - 145 cm × 195 cm Giuditta e Oloferne by Michelangelo Merisi - 1598-1599 - 145 cm × 195 cm

Giuditta e Oloferne

Olio su tela • 145 cm × 195 cm
  • Michelangelo Merisi - 29 settembre 1571 - 18 luglio (probabilmente) 1610 Michelangelo Merisi 1598-1599

Il deuterocanonico libro di Giuditta racconta di come Giuditta salvò il suo popolo seducendo ed uccidendo Oloferne, il generale assiro. Giuditta fa ubriacare Oloferne, si impadronisce della sua spada e lo decapita: "Avvicinandosi al suo letto, lei afferrò i capelli di lui, e disse, ‘Dammi la forza, O Signore Dio di Israele, in questo giorno!’ E colpì per due volte il collo con tutta la sua forza, e gli staccò la testa." La decapitazione di Oloferne era uno dei soggetti preferiti dell'epoca, ritratto da personaggi come Donatello, Sandro Botticelli, Andrea Mantegna, Giorgione, Artemisia Gentileschi, e Lucas Cranach il Vecchio (gli ultimi due pubblicati in DailyArt), tra molti altri. L'approccio di Caravaggio era di scegliere il momento di maggior impatto drammatico, il momento stesso della decapitazione. I volti dei tre caratteri mostrano la padronanza nel ritrarre l'emozione, il volto di Giuditta in particolare descrive un insieme di determinazione e di repulsione. La modella per Giuditta è probabilmente la cortigiana romana Fillide Melandroni, che posò per diverse altre opere di Caravaggio in quell'anno. La scena stessa, ed in particolare i dettagli del sangue e della decapitazione, furono con buona probabilità ispirati dall'aver assistito all'esecuzione pubblica di Beatrice Cenci pochi anni prima.