Il principe Carlos di Viana by Jose Moreno Carbonero - 1881 - 310 x 242 cm Il principe Carlos di Viana by Jose Moreno Carbonero - 1881 - 310 x 242 cm

Il principe Carlos di Viana

Olio su tela • 310 x 242 cm
  • Jose Moreno Carbonero - 28 Marzo 1860 - 15 Aprile 1942 Jose Moreno Carbonero 1881

Jose Moreno Carbonero fu un pittore storico spagnolo del XIX secolo. Proveniente da Málaga, in Andalusia, studiò a Parigi e lavorò a Roma prima di stabilirsi a Madrid e insegnare all’Accademia Reale di Belle Arti di San Fernando. L’approccio di Carbonero alla pittura storica rappresentò una totale rottura col passato in quanto, invece di focalizzarsi sul dramma dei grandi momenti storici spagnoli, si concentrava sui sentimenti umani e sulle attitudini che li circondavano. 

Possiamo vedere un esempio di ciò ne Il principe Don Carlos di Viana. Carlos IV di Viana, figlio di Juan II di Aragona e Blanca I di Navarra, era l'erede al trono del regno di Aragona e Navarra nella Spagna del XV secolo. Quando sua madre morì, suo padre sposò Juana Enríquez, cosa che contribuì a inasprire il rapporto padre-figlio. I loro scontri dinastici sfociarono in conflitto armato e nella successiva incarcerazione del principe, in ossequio all’usanza medievale di eliminare le parentele scomode. Don Carlos fu liberato dopo venti mesi, ma venne imprigionato di nuovo da suo padre sette anni dopo. Morì poco dopo la liberazione dalla seconda prigionia, senza mai aver regnato con successo e senza eredi legittimi. Il suo fratellastro Fernando II succedette al padre e unì la Spagna sposando Isabella I.

Ne Il principe Don Carlos di Viana vediamo Don Carlos durante la prigionia, riccamente adornato da pellicce e gioielli, in apparenza soddisfatto e agiato. Ma se osserviamo più attentamente, vediamo che la sua espressione tradisce la sua amarezza verso il proprio destino. Se questo dipinto è un’istantanea di una figura storica spagnola, esso ha anche una funzione didattica per noi. Se ci soffermiamo sulla sventura del principe, possiamo comprendere quanto sia vano cercare fuga o salvezza nelle cose materiali o artificiali. L’anima non viene appagata da sontuosi ornamenti. Non viene consolata dai libri, né riscattata dalle origini di una persona. È evidente che l’eccesso di agi non offra alcunché in cambio all’anima. E infine possiamo provare empatia quando pensiamo a coloro che non hanno libertà fisica, come le persone incarcerate, costrette in casa, paralizzate o in stato di schiavitù.

- Patti