Il Bastone Infinito / Omaggio a Manet by Josip Vaništa - 1961 - 87 x 112 x 50 cm Il Bastone Infinito / Omaggio a Manet by Josip Vaništa - 1961 - 87 x 112 x 50 cm

Il Bastone Infinito / Omaggio a Manet

• 87 x 112 x 50 cm
  • Josip Vaništa - 1924 Josip Vaništa 1961

Ieri era il compleanno di Manet, perciò oggi, grazie al Museo d’Arte Contemporanea croato, vi presentiamo un omaggio contemporaneo all’artista. Josip Vaništa (nato a Karlovac, Croazia, nel 1924) è uno degli ultimi grandi artisti della neoavanguardia ed una delle personalità più enigmatiche dell’arte croata contemporanea. Questa stessa visione viene portata avanti da importanti organizzatori di mostre d’arte e critici che vedono Vaništa come uno dei padri fondatori dell’arte concettuale: di particolare interesse, infatti, sono i suoi lavori eseguiti all’interno dell'iconico gruppo d'arte Gorgona (1961-1966). Al tempo, sotto l’ideologia comunista, l’essenza politica radicale (forse persino sovversiva) del gruppo si tradusse nell’oltrepassare tutti i limiti imposti dall’arte accademica e dalle regole dell’ambiente in cui lavoravano.

Quasi 100 anni dopo la nascita di Manet, Josip Vaništa crea il proprio omaggio al pittore nella vetrina del Salone Schira (Studio G), un negozio di cornici a Zagreb. Esso rappresenta una silenziosa protesta contro l’asprezza dell’ambiente e contro il comunismo jugoslavo che ridicolizzava gli standard di vita borghese e civilizzata e che, mentre denunciava la tradizione croata di esser decadente e sorpassata, ignorava o attaccava la nuova scena artistica.

Josip Vaništa cercò di reperire il materiale necessario a questa installazione (una sedia dorata, un bastone da passeggio ed una tuba) attraverso un annuncio sul giornale locale di Zagreb. L’unica modifica effettuata sugli oggetti, a rappresentare il modo di vivere civile ed educato di Manet, fu quella fatta sul bastone. Egli attaccò le punte di due bastoni da passeggio e creò un oggetto bizzarro che non poteva più adempiere al suo compito. Nel contesto degli anni '60 e del programma politico Socialismo con un volto umano, che portò poi alla Primavera di Praga, era anche impossibile vedere un cappello a tuba indossato da qualcuno: l’intera installazione è pertanto costituita provocatoriamente da oggetti di difficile reperibilità.