Edgar Degas
Presentiamo la leggendaria scultura di oggi grazie allo Städel Museum, dove avrebbe dovuto aver luogo la prima grande mostra che esplorava la questione di come le caratteristiche della pittura impressionista – come la luce, il colore, il movimento e perfino l'effimerità – potessero venire espresse in scultura. In piena pandemia ci fa piacere presentarvi questo capolavoro online.
Fu proprio in risposta alla Piccola danzatrice di quattordici anni di Degas (proveniente da collezione privata), in mostra alla sesta esposizione impressionista del 1881, che il critico Jules Claretie introdusse per la prima volta il termine “scultore impressionista”. Nel raffigurare una giovanissima allieva di danza, Degas aveva scelto un tema legato al lato oscuro dell'ambiente dell'intrattenimento parigino: all'epoca infatti il pubblico associava la raffigurazione di una giovane ballerina al tema della prostituzione. L'artista sottolineò la novità del tema utilizzando materiali di uso comune che all'epoca era insolito vedere nell'arte. Inizialmente realizzò la figura in cera che, considerata allora moderna e non convenzionale, sarebbe ben presto entrata in uso come alternativa al marmo e al bronzo. L'opera è quindi un tipico esempio di approccio alla scultura che cerca di reagire alle circostanze di una società che sta cambiando profondamente con l'utilizzo di nuovi tipi di materiali.
Dopo la sua morte nel 1917, gli eredi di Degas riprodussero le numerose figure di cera ritrovate nel suo studio in materiale durevole, facendole fondere in bronzo in edizioni limitate. Queste sculture hanno una connessione diretta con i motivi che Degas aveva prediletto durante la sua carriera: ballerine, scene di bagnanti e di salotto, cavalli e fantini. Per l'artista erano parte di un processo realizzativo che univa diversi mezzi. Aveva infatti sperimentato varie espressioni e movimenti in studi bi- e tridimensionali traendo vantaggio dall'interazione tra di essi.
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