La vocazione di San Matteo by Michelangelo Merisi - 1599–1600 - 322 cm × 340 cm La vocazione di San Matteo by Michelangelo Merisi - 1599–1600 - 322 cm × 340 cm

La vocazione di San Matteo

olio su tela • 322 cm × 340 cm
  • Michelangelo Merisi - 29 settembre 1571 - 18 luglio (probabilmente) 1610 Michelangelo Merisi 1599–1600
Questo capolavoro di Caravaggio raffigura il momento in cui Gesù esorta Matteo a seguirlo. Caravaggio lo dipinse per la chiesa di San Luigi dei Francesi di Roma, dove si trova ancora oggi, esposto insieme ad altri due dipinti su Matteo, sempre di Caravaggio: Il martirio di San Matteo e San Matteo e l'Angelo. Tutti e tre furono completati tra il 1599 ed il 1602 con tre committenze distinte, ma sembra che Caravaggio abbia lavorato a tutti e tre simultaneamente.
 
Il dipinto raffigura l'episodio del Vangelo di Matteo 9:9, "Poi Gesù, passando oltre, vide un uomo che sedeva al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, alzatosi, lo seguì." Caravaggio raffigura Matteo, l'esattore delle imposte, seduto al tavolo con altri quattro uomini. Gesù e Pietro sono entrati nella stanza e Gesù sta indicando Matteo. Un raggio di luce illumina i volti degli uomini seduti al tavolo, che stanno guardando Gesù.
 
E' alquanto sorprendente il fatto che ci sia un vivace dibattito su quale degli uomini seduti al tavolo sia Matteo. Il gesto dell'uomo barbuto, che punta il dito, può essere interpretato in due modi: (a) l'uomo barbuto è Matteo che sta chiedendo "Chi, io?!" e sta indicando se stesso, oppure (b) l'uomo barbuto sta indicando il giovane seduto all'estremità del tavolo, chino a contare i soldi come farebbe un esattore, e sta chiedendo, "Chi, lui?!" In ogni caso, l'uomo barbuto sembra scettico.
 
La maggior parte degli studiosi opta per l'opzione (a) identificando Matteo nell'uomo barbuto, e questa ipotesi trova sostegno nel fatto che i due Matteo degli altri dipinti esposti a fianco a questo sembrano essere basati sullo stesso modello di "uomo barbuto", sebbene Caravaggio lo abbia rappresentato più invecchiato nelle altre due opere. L'opzione (b) è di formulazione più recente e interpreta il dipinto come la raffigurazione dell'attimo immediatamente prima che il giovane Matteo alzi lo sguardo per guardare Cristo. Altri indecisi optano per una versione (c), che ritengono che l'artista abbia eseguito il dipinto in maniera "deliberatamente ambigua."
 
L'altro elemento affascinante di questo dipinto è la mano di Gesù. E' la rappresentazione quasi perfettamente speculare della mano di Adamo che si estende per toccare quella di Dio, dipinta da Michelangelo. Lo stile di Caravaggio prendeva deliberatamente e decisamente le distanze dall'idealismo di Michelangelo nel quale tutti sembravano sempre perfetti. Caravaggio dipingeva quello che vedeva, come lo vedeva. Inoltre, il suo chiaroscuro era così forte e potente che ottenne un nome apposito: tenebrismo. Possiamo ritrovare la sua influenza ovunque nel cinema moderno, perché i registi conoscono l'impatto che questo tipo di immagini contrastanti ha sul pubblico. E questa combinazione di forza intellettuale e abilità artistica che ha reso le opere di Caravaggio così popolari per oltre 400 anni.
 
- Clinton Pittman
 
P.S. Come morì Caravaggio? La risposta non è semplice... leggetela qui.