Paolo Uccello
La storia di san Giorgio che affronta e uccide il drago era molto amata durante il Medioevo. Qui, Paolo Uccello, uno dei maestri del Rinascimento fiorentino, riassume due parti della storia in un'unica, piccola e bizzarra rappresentazione. Il santo conficca la sua lancia nella testa del drago, la cui strana forma richiama quella della caverna dietro di lui. Le ali del drago, simili a quelle di una farfalla, gli conferiscono un aspetto piuttosto grottesco. Un'elegante principessa, dallo sguardo che pare annoiato, tiene in mano una corda legata al collo dell'animale. La composizione fa parte di uno scenario strano, quasi onirico; ed è come mi immagino essere l'incubo di ogni giardiniere, viste le condizioni in cui versa il prato!
Non sappiamo chi fosse il destinatario di questo quadro, ma il suo piccolo formato e il fatto che tratti un argomento che si discosta dal filone religioso mainstream (scenario fantastico più che enfasi di una virtù cristiana), suggerisce che possa essere rivolto a una persona cara, o di famiglia. Inoltre, deve essere stato piuttosto economico realizzarlo: parliamo infatti di olio su tela e non vi è traccia di pigmenti costosi o di uso dell'oro.
P.S. Quanto somiglianze o differenze riuscite a trovare con la versione ortodossa di san Giorgio e il drago?
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