“Parlavi, apparivi e ti muovevi con quello che io consideravo il giusto equilibrio – un effetto magnificamente posato”, scrisse l’artista Glyn Philpot in una lettera privata a Glen Byam Shaw, lodandone la performance nel ruolo di Laerte nell’Amleto.
Il dipinto di Philpot immortala Byam Shaw in costume, come se stesse per cominciare a recitare un monologo, i lineamenti enfatizzati dal trucco pesante e dalle luci teatrali. La mascella volitiva, le sopracciglia arcuate e le texture vivide – il colletto inamidato, le maniche a sbuffo, il tessuto in broccato – dicono molto del personaggio di Laerte ma anche del gusto dell’artista per le superfici, per i costumi e per gli artifizi. Originariamente il dipinto era un ritratto più grande a tre quarti, ma in seguito Philpot tagliò la tela per concentrarsi sul viso pallido ed elegante del suo modello e sul suo costume ornato, aumentando l’intensità drammatica dell’opera.
Questo ritratto, esposto per la prima volta alla Royal Academy nel 1935, fu una delle cinque opere che Philpot sottopose quell’anno, all’apice della sua carriera. Il ritratto allude anche alle ricche comunità queer del periodo, spesso nascoste. All’epoca di Philpot, l’omosessualità era un reato, ed era profondamente stigmatizzata in Gran Bretagna. L’ambiente legale e sociale era radicalmente repressivo, in particolare per gli uomini, e le relazioni omosessuali erano considerate sia immorali che illegali per la legge inglese. La decriminalizzazione dell’omosessualità avvenne solo nel 1967.
P.S. Philpot non fu il primo a dipingere un attore in costumi shakespeariani. Uno prima di lui fu John Singer Sargent. Esplorate il suo ritratto di Lady Macbeth.