Allegoria della transitorietà della vita del maestro IAM di Zwolle by Maestro I. A. M. di Zwolle - 1480-90 British Museum Allegoria della transitorietà della vita del maestro IAM di Zwolle by Maestro I. A. M. di Zwolle - 1480-90 British Museum

Allegoria della transitorietà della vita del maestro IAM di Zwolle

Incisione colorata •
  • Maestro I. A. M. di Zwolle - Circa 1440 - 1504 Maestro I. A. M. di Zwolle 1480-90

Prime impressioni: Orribile! Mortale! Disgustoso? Il segreto per apprezzare questa opera d’arte è entrare nella mentalità rinascimentale, e per farlo, dobbiamo chiederci, tanto per cominciare, perché qualcuno vorrebbe guardare una simile immagine.

La religione cristiana costituiva il nucleo della vita rinascimentale ed era dovunque nell’arte di quel periodo: rappresentazioni di Cristo, della Vergine o di chiunque tra la moltitudine di Santi riempivano quadri, costruzioni, pale d’altare e manoscritti. Le immagini rappresentavano anche l’aldilà, e nell’arte possiamo vedere dei promemoria della transitorietà della vita, e dell’importanza del vivere correttamente per guadagnare la successiva accettazione nel Paradiso. Nella mentalità rinascimentale, questa consapevolezza della morte e il bisogno di prepararsi durante la vita per quello che sarebbe accaduto dopo la morte era fondamentale, ma per niente eccezionale.

Le immagini stampate, come quelle che sarebbero state fatte da questo incisore olandese, evidenziano le preoccupazioni della vita spirituale. Prima di tutto, notiamo l’abbondanza di teschi che ci mettono di fronte a questa tematica: l’inevitabilità della morte. La scena è ambientata all’interno di una tomba gotica con volta a crociera, dove in basso un corpo si decompone fino alle ossa. Un serpente – simbolo del male nell’arte cristiana – si fa strada tra gli orifizi del cranio, facendo da monito contro il peccato. La postura del corpo è scomposta e il sudario è deteriorato perché la decomposizione ha causato il suo decadimento nel tempo, scoprendo il corpo macabro. Sopra il cadavere c’è la figura di Mosè che tiene i Dieci Comandamenti. Nell’immagine ci sono varie iscrizioni che, secondo il British Museum, “rafforzano il tema centrale” di vivere una vita pia e riflessiva, affinché si possa morire in pace.

Le incisioni potrebbero essere state stampate in grandi quantità; questo significa che questa immagine sarebbe stata piuttosto diffusa e relativamente economica, e perciò la sua produzione scopre dei radicati valori religiosi rappresentati da un’arte che esprime un bisogno di considerare il viaggio della vita e le sue insicurezze, e che dà una motivazione a qualcosa che è facilmente devastato alla fine. La mortalità, la morte e la decomposizione erano una parte intrinseca – e inevitabile – della vita quotidiana: era importante osservare attentamente i bulbi oculari di un cranio e contemplarli, perché ne sarebbe derivato un messaggio significativo.

La nostra reazione a questa immagine potrebbe dire molto della vita moderna: contemplazione di teschi e mortalità? No grazie! Comunque, solo perché non cerchiamo sempre attivamente questi soggetti, non vuol dire che ne siamo invulnerabili: è necessario solo confrontarsi con le proprie esperienze o leggere i giornali per sapere che questi temi non sono cambiati molto. In questo modo siamo molto connessi con i nostri predecessori del Rinascimento, anche se hanno vissuto centinaia di anni fa.

- Sarah