L'angelo della morte uccide gli egizi by Ilya Repin - 1865 - 67,00 x 104,50 cm L'angelo della morte uccide gli egizi by Ilya Repin - 1865 - 67,00 x 104,50 cm

L'angelo della morte uccide gli egizi

olio su tela • 67,00 x 104,50 cm
  • Ilya Repin - 5 agosto 1844 - 29 settembre 1930 Ilya Repin 1865

Ilya Repin, uno dei più grandi artisti russi, scrisse riguardo la creazione di questo dipinto:

"Ogni mese, circa cento bozzetti venivano presentati all'esame di schizzo accademico sui temi assegnati, e, naturalmente, il Consiglio premiava gli schizzi più notevoli con i migliori voti e perfino con medaglie all'esame finale. In base alle decisioni del Consiglio, questi schizzi erano espressamente scelti e suggeriti perché gli autori ricevessero delle segnalazioni speciali. I bozzetti prescelti venivano quindi portati all'ufficio dell'ispettore, dove gli autori li ricevevano con le annotazioni del Consiglio. <…>

Un giorno il tema era: «L'angelo della morte uccide gli abitanti dell'Egitto». Sotto l'influenza della negazione, decisi di rappresentare questa storia in maniera puramente realistica. Naturalmente l'ambientazione delle lussuose camere da letto dei re egizi era studiata, i loro letti posizionati su pedane rialzate di molti gradini… Ed ho immaginato che un angelo della morte volasse verso un neonato nudo, di notte, lo afferrasse per la gola, premesse il ginocchio sullo stomaco della vittima e la strangolasse a mani nude, del tutto realisticamente.

I miei schizzi erano stati ripetutamente notati dai miei amici, e questo in particolare suscitò molto interesse quando lo videro, ma molti ripetevano: «Questo schizzo verrà probabilmente portato nell'ufficio dell'ispettore».

Fu esattamente ciò che accadde. L'intera serie di bozzetti (sette opere) gli fu portata, e tra questi c'era il mio. Dovetti recarmi nell'ufficio dell'ispettore per essere ammonito e redarguito. La più grande punizione per me sarebbe stata quella di essere trasferito presso uno studio esterno. Avevo paura di andare dall'ispettore e continuavo a rimandare.

Finalmente mi decisi. Alexander Polyakov, l'assistente dell'ispettore, mi ricevette con gentilezza. "Dimenticata", pensai: mi ero preparato una domanda sul bozzetto, presa dall'esame, ma in quel momento l'avevo completamente scordata.

“Non lo hai saputo? Il Consiglio è interessato al tuo schizzo, e ti è consentito terminarlo per conseguire una medaglia. Eccolo qui. Naturalmente dovrai ricomporre la scena perché è troppo realistica. Dopotutto l'angelo della morte è uno spirito, perché dovrebbe fisicamente usare i muscoli per strangolare il fanciullo? Le mani estese sono sufficienti. Ma potrai stabilirlo tu, sei completamente libero di interpretarlo a tuo piacimento, come lo vedi tu. Io ti sto solo riferendo l'opinione del Consiglio, che, in generale, ha approvato il tono dello schizzo.” “In generale”, all'epoca, significava che fu molto apprezzato.

Così ho completato questo schizzo e ho ricevuto una medaglia d'argento (entrambi questi schizzi sono stati conservati per me)." 

Presentiamo l'opera di oggi grazie al Museo di ricerca scientifica dell'Accademia russa di belle arti. L'estratto che abbiamo riportato è tratto da Accademia delle arti: la storia degli eventi quotidiani nei ricordi e nelle immagini dei contemporanei. XIX e primo XX secolo / Autrici-curatrici: Elena Litovchenko, Lyudmila Polyakova. San Pietroburgo, 2013

P.S. Qui potete leggere del mondo incantato delle fiabe russe!