Hieronymus Bosch era una figura davvero misteriosa, proprio come i suoi dipinti. La complessità del suo simbolismo, in particolar modo quella del pannello centrale del trittico che vi presentiamo oggi, ha portato a un'ampia varietà di interpretazioni da parte degli studiosi nel corso dei secoli. Il titolo, Il giardino delle delizie, non è originale; è stato assegnato all'opera in epoca moderna, cosa che contribuisce a generare equivoci. Gli storici dell'arte del ventesimo secolo sono divisi tra chi sostiene che il pannello centrale sia un ammonimento morale e chi ritiene sia un panorama del paradiso perduto. I trittici risalenti all'epoca di quest'opera generalmente erano concepiti per essere "letti" in sequenza, con i pannelli sinistro e destro che raffiguravano rispettivamente l'Eden e il Giudizio Universale, mentre il soggetto principale era contenuto nel pannello centrale. Qui, cosa del tutto insolita per Bosch, Dio è assente dal pannello centrale. Invece, il pannello mostra l'umanità alle prese con l'apparente libero arbitrio, con uomini e donne nudi che si intrattengono in attività goderecce.
Non sappiamo se il trittico sia stato concepito come pala d'altare. Comunque, l'opinione generale è che, visti i temi estremi del pannello centrale e di quello destro, è improbabile che l'opera sia stata pensata per la fruizione in una chiesa o in un monastero, e che sia stata invece commissionata da un cliente laico.
Vi consigliamo di zoomare sul dipinto: è così dettagliato che potete perdervi per ore a osservarlo.